lunedì 25 febbraio 2013

Seconda conferenza Mansio Templi Parmensis

Mentre la prima conferenza è stata tempestata da una bufera di neve, la seconda è stata invece rallegrata dal sole e da un caldo inatteso.
Per fare arrabbiare, ma con affetto, il mio amico Enzo Valentini gli imputo la colpa del maltempo e degli sconvolgimenti storici, mentre la dottoressa Cerrini porta con sé il sole.
Questa seconda conferenza vede alcune defezioni importanti visto che lo Duca Nostro è stato colpito dal morbo influenzale e ha dovuto cedere il passo a noi "giovincelli". Con patema d'animo e un bel po' di agitazione (più o meno immotivata) io e il Rino ci siamo accollati gestione, coordinamento e compagnia per la dottoressa.
Ammetto con mia enorme gioia di aver potuto trascorrere una paio d'ore di chiacchiere con la dottoressa Cerrini la quale non solo si è dimostrata molto aperta e disponibile, ma soprattutto motivatrice e stimolante nel suggerire iniziative da proporre con la Mansio. I suoi consigli rivolti a me personalmente rimangono nella testa ben fermi e di certo sono stati più importanti di tante parole sparse da altri.
Ma torniamo alle conferenze che è meglio!

Questa seconda conferenza verteva sul nuovo libro "L'apocalisse dei templari"

Per me è stato un onore essere la presentatrice della dottoressa Cerrini.
Ringrazio pubblicamente il Rino per avermi permesso di farlo
 e soprattutto per la motivazione che lui mi ha dato.

La dottoressa Cerrini si è specializzata nell'analisi della storia del Tempio a valutare e a riferire quanto essi fossero figli del proprio tempo e nello stesso profondi innovatori della Storia.
Attraverso la spiegazione degli affreschi della chiesa di San Bevignate a Perugia, ella ci fa scoprire come i rozzi cavalieri templari dediti all'intolleranza, all'omicidio e alla ricchezza (tutte teorie continuamente divulgate da chi non sa nemmeno cosa sia un testo storico vero e lo studio di esso), fossero invece dei fini teologi, laici, figli della loro classe sociale ma aperti al confronto.



Vi posto la sua intervista al blog mangialibri per farvi un'idea maggiore della sua passione e studio dell'ordine del Tempio: http://www.mangialibri.com/node/3210

Gli affreschi di San Bevignate sono importantissimi per alcuni motivi:
1. si trovano in Italia e questo spiega con molta chiarezza a tutti i sordi che la presenza templare nel nostro suolo fosse una cosa comune e ben integrata nella società;
2. si possono vedere immagini di fratelli templari in tenuta da combattimento come da pace nella mansio;
3. sono immagini della fine della storia e quindi si possono ben paragonare a quelli di Cressac che invece sono all'inizio della storia dell'ordine (anche se alcuni iniziano a dubitare che possano essere templari, per ora gli studi li catalogano come templari);
4. sono un racconto teologico a noi poco chiaro (ma attraverso il libro della Cerrini assolutamente comprensibile), ma per quel tempo comprensibilissimo.
5. ci raccontano non solo la storia di un ordine religioso-militare (e questa definizione è molto più corretta di monastico militare), ma anche di come si diventava santi nel medioevo: di san Bevignate si sa pochissimo e soprattutto nulla di certo della sua storia terrena;
6. i dipinti sono perfettamente coerenti con la Regola e quindi smentiscono ogni forma di eresia imputata a tutto l'ordine non solo al processo, ma anche da tante trasmissioni di pessimo gusto storico.

Per tanti anni la chiesa è stata chiusa e solo da un paio, credo, è di nuovo visitabile.
In questo sito ci sono le direttive utili per poterlo visitare:
http://turismo.comune.perugia.it/news.asp?id=584
Se passate da quelle parti non lasciatevela scappare, ma soprattutto leggetevi il libro perché gli affreschi purtroppo sono mutilati e quindi si possono perdere dei dettagli molto utili.

La conferenza è andata bene, con una buona affluenza di pubblico. Purtroppo per una questione (corretta) di gestione dei tempi ci è stato impossibile offrire al pubblico la possibilità di fare domande: 1 ora e mezza abbondante è troppo poca quando si ama una materia e si vuole dire il più possibile.
Per noi della Mansio è stato comunque possibile continuare a fare domande a cena: una piacevolissima serata che speriamo di poter replicare quanto prima.

Neanche a farlo apposta siamo stati a mangiare allo stesso tavolo della volta scorsa.