martedì 15 novembre 2011

Mostre: Le grandi vie della civiltà (Trento)

Domenica si è chiusa questa mostra. Oserei dire che è stato un peccato che sia durata così poco (appena 4 mesi e mezzo). Io sono riuscita ad andarci sabato, ritagliandomi tempo e denaro e usandola come scusa per passare a prendere amica e poi passare il fine settimana con gli amici.

La mostra era allestita nel meraviglioso castello del Buonconsiglio di Trento, fortezza del XIII secolo rimaneggiata nei secoli, ma che si staglia imperiosa e meravigliosa in una cittadina che conserva molto del suo passato medievale (per decisione dei due componenti della spedizione, io e la hobbit, abbiamo evitato il più possibile la visita della città, rimandandola a data non troppo da destinarsi, magari anche sotto Natale, con gli altri amici, per una bella gitarella spensierata).




Fra le stanze e i piani del castello la mostra si dipana, purtroppo senza una buona segnaletica, per cui quasi subito ci siamo perse, colpa anche della meraviglia del castello che ci ha costrette a guardarci attorno e a entrare in tutte le stanze dove fosse possibile farlo. Anche perché, devo dirlo con enorme piacere, il prezzo del biglietto, comprensivo di mostra e castello, era solo di 8 €.
Ora soffermiamoci un attimo su questa cosa, perché è rara. Quando mai una mostra con così tanti pezzi, che si estende per molte sale, con teche a temperatura controllata, è costata così poco? Quando mai un biglietto singolo per due visite? A me non era mai capitato. Trento è una città civile.

Altro aspetto che mi ha fatto innamorare della gestione della mostra è stato il fatto che si potessero fare foto. Non fare foto al solo castello, ma anche a tutti i reperti esposti! L'unica accortezza era non usare il flash.
Che meraviglia!
Che liberalità!
Finalmente un venirsi incontro, anche a coloro che non possono permettersi il catalogo (costo €60. Ci stanno tutti, visto la mole, sui 600 pagine, vista la carta patinata, ma di questi tempi non sempre è possibile comprarlo), ma o vogliono avere un ricordo o vogliono poter studiare quel reperto che hanno visto e di cui necessitano per le ricerche e ricostruzioni.

Altro aspetto positivo è la gentilezza e la cordialità dei custodi i quali monitorano ogni visitatore, ma non lesinano le informazioni richieste e a volte scambiano anche qualche cordiale chiacchiera. Alla fine un atteggiamento civile e socievole è un bene raro che fa ben piacere trovare.

Questa statua di figura femminile è l'emblema della mostra.

Reperto da Pomezia (Roma), Santuario orientale di Minerva
terracotta
metà V secolo a.C.

A furia di guardare reperti e fare foto devo ammettere che mi è sfuggito il vero senso di questa mostra.
Lo spazio temporale e spaziale che ricopre è vasto e lungo.


Navicella nuragica,
da Bultei (Sassari), località Is Argiolas
bronzo
VIII secolo a.C


Erma con ritratto
da Aulio (Trento)
III secolo d.C.

La scelta dei reperti si spande in tutta la società umana sia civile, maschile e femminile, che quella militare.

Collare
da Waltershausen, Markt Saal an der Saale (Germania)
bronzo e corallo
III sec. a.C.


panoplia da un corredo funebre di ispirazione greca
da Conversano (Bari)
bronzo laminato
fine IV sec. a.C.

Molti reperti giungono da ritrovamenti in corredi funebri.
Si spazia anche nelle popolazioni.

corredo funebre di guerriero celta
da Hallstatt (Austria) tomba 994
V sec. a.C.


La vita quotidiana viene palesata nella sua tecnica, nell'artigianato, nella sua praticità, nel suo senso artistico.



da corredo funebre femminile
Matelica (Macerata)
ultimo quarto VII sec a.C.

statuetta a forma di cavallo con ruote
da Podzemelj (Slovenia)
terracotta
VIII-VII sec. a.C.



dee madri o veneri neolitiche
di varie epoche e luoghi.


bracciale
da Porto Torres (Sassari)
oro
seconda metà del III sec. d.C.

E tante altre foto sarebbero da mettere, ma non c'è spazio per un catalogo in questo blog.
Spero di poterle utilizzare in altri argomenti, visto che c'era di tutto dai gioielli agli attrezzi, alle armi e agli strumenti di tessitura, per non parlare di un reperto tessile celta.

Una mostra che è valso andare a vedere in tutti i suoi aspetti e luoghi.


mercoledì 9 novembre 2011

"Cuore di ferro" di Alfredo Colitto

Lo Sconsiglio di lettura


Purtroppo col tempo faccio fatica a leggere romanzi storici, di qualunque genere appartengano, perché sono puntigliosa e cerco la verosimiglianza.
Magari mi lascio prendere da epoche storiche che non conosco o che conosco poco, proprio per non fare la maestrina, ma questa volta mi sono fatta consigliare da una lettrice conosciuta su aNobii
Bisogna ogni tanto lasciare fuori dalla testa i pregiudizi e le proprie chiusure e fidarsi.
Diciamo che ho apprezzato maggiormente la buona fede del consiglio che la lettura del libro.

Non mi è piaciuto perché, pur avendo intenzione di ambientarlo in una città e in un periodo ben preciso (Bologna agli inizi del 1300), non caratterizza nulla e come al solito descrive il "medioevo" che non vuol dire nulla in fin dei conti.
Se uno è nato o vissuto a Bologna riconoscerà nelle citazioni di luoghi e chiese i posti e con la fantasia potrà ricostruirseli, ma chi come me ha vissuto poco la città (solo quando andavo a trovare i nonni e in periferia e da bambina) non può capirne esattamente la morfologia. Citare nomi di palazzi a caso non aiuta il lettore ignorante.
Lasciamo stare i soliti (che noia!) errori sugli abiti...Se si vuole ambientare un libro in un periodo specifico ci si documenti (ci sono tantissimi libri sui costumi storici, anche senza dover leggere tomi e saggi) e si segua la descrizione degli abiti, non ci si lascia andare a descrizioni pseudo storiche e un po' fantasy così si può permettere ai propri protagonisti di fare qualunque cosa! Cosa sono i corpetti di cuoio per le guardie? E quelle delle dame? Non esistono nel 1300...come tanti altri dettagli.

Va bene, è colpa mia, sono pignola e guardo al dettaglio. Lo so.

Ma che assoluta la noia di leggere le solite, trite e ritrite storie sui templari!!!
Giacobbo docet.
Nominare i templari in un romanzo attira.
E' la migliore pubblicità per qualsiasi trama. Dan Brown ne è il capostipite. 
Io non ne posso più.
Se si leggono gli atti del processo ai templari (tradotti e ristampati da case editrici valide tipo Edizione Penne e Papiri ) si possono trovare agganci ben più interessanti e storicamente validi per accusare l'ordine di qualsiasi nefandezza, ma basarsi ancora su teorie che non hanno valore è noia.

La scelta poi di usare l'alchimia realizzata come arma del delitto è scelta personale che nell'economia del libro risulta credibile, nell'economia della mia lettura ininfluente visto che già il resto era poco credibile.
Nei ringraziamenti l'autore cita un professore universitario di Bologna (scusate non ricordo il nome, perché non me lo sono segnato) come controllore della verosimiglianza storica: mi piacerebbe sentire anche il suo parere.

Ah, la vicenda. Beh il giallo è bel strutturato e gira bene (logico, nessuna forzatura per arrivare al colpevole), ma per me purtroppo è rimasto in quarta fila come le comparse nelle operette a teatro.
La scrittura è scorrevole e piacevole.

Voto: 4-

venerdì 4 novembre 2011

Un compleanno lontano

Il compleanno di cui si parla è quello di questo blog.
Un anno fa, bloccata da un terribile raffreddore, saltai per l'ennesima volta la visita a Lucca Comics & Games e per dare una botta di vita a un fine settimana solitario e lungo iniziai questa avventura.
In un anno più che cose accadute oserei dire che confusione si è aggiunta a confusione e nella mia testa frullano idee che fanno fatica a uscire concrete. Eppure...qualcosa si muove.

Ora quest'anno non ho voluto non festeggiare il compleanno del blog per snobbismo, ma solo perchè dopo 4 anni finalmente sono riuscita ad andare a Lucca.

Adesso facciamo outing.
Perché il mondo della rievocazione è vario ed eventuale: riunisce persone di ceti, idee politiche, religioni, esperienze diverse. Una parte arriva alla spada vera passando dal gioco di ruolo da tavolo e/o dal vivo.
Insomma una parte di questi seri rievocatori, che si autoanalizzano, che fanno le pulci a tutto, che passano tempo e denaro fra mostre e monumenti, in realtà è un nerd fatto e finito.
Io faccio parte di quella categoria, vantandomi di aver passato più tempo dietro al fantasy che alla vita normale. Anzi, avendo iniziato il tutto a 13 anni, non ho mai avuto tempo per pensare a una vita normale, banale, quella che fanno tutti (le stesse letture, le stesse passioni, il Grande Fratello).
Forse essere un nerd fantasy, trovarmi meglio in una sotto cultura (come la definiscono i benpensanti che mai hanno avuto un pensiero loro) che in quella massificata, mi ha portato a credere che questa mia scelta di vita rievocativa sia l'unica che vale la pena percorrere.

Lucca una città storica meravigliosa, dai monumenti che incantano, da 28 anni (credo) si lascia trascinare a tal punto da essere diventata quest'anno la terza fiera al mondo del settore. Va mo là! Alla faccia di tutti i giornali e telegiornali, troppo snob, che se ne sono bellamente disinteressati.



Spiace pensare che 155.000 persone (e credetemi non mi sono sbagliata a scrivere) pacifiche, che non si rifanno a ideologie particolari, che non tirano san pietrini o estintori, non facciano rumore. Eppure...quanti bambini accompagnati dai genitori hanno avuto tempo di capire che il mondo può essere divertente e vissuto con la fantasia! Sono il futuro per la "nerditudine", ma anche per l'umanità normale, perchè saranno persone che non avarnno paura di sognare e di farlo in grande, ma anche di mascherarsi per finta, perché le maschere vere fanno davvero più paura.

Il bambino credo che fosse figlio di uno del gruppo di stempunk a cui la ragazza apparteneva.






Seconda Fondazione in versione demoni per questa Lucca.
Bellissimi tutti quanti!

Ho passato 4 giorni di stacco dal mondo, di rilassamento, sentendomi a casa, anche se dietro a uno stand per la mia associazione di gioco di ruolo dal vivo Seconda Fondazione, anche se dopo 2 giorni, 2 murder party in salsa medieval fantasy, avevo la voce di un trans, anche se sarebbe stato più facile volare che camminare per le strade per raggiungere qualsiasi posto della città.

Chi non capisce Lucca Comics e il suo mondo ha solo paura di guardare al di là del proprio naso e mi spiace per lui. Io ho rischiato tanti anni fa e non me ne pento.
Anzi devo proprio passare da Feltrinelli a prendermi una saga fantasy che non ho completato il secolo scorso!

Post Scriptum: il rievocatore non smette mai di esserlo e quando camminavo non ho potuto fare a meno di notare i palazzi medievali della città e le tante chicche che si nascondono ai nerd che non sanno...






Bella la commistione fra modernissimo e antico: il Japan Palace è in un palazzo antico (scusate ma nella confusione non ho capito quale fosse) della città. Anime, cultura nipponica e Occidente.